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Aggiornato il: 22 Luglio 2022

Non si arresta la corsa dei prezzi

Inviato da ctn0245 il 22/07/2022 - 04:07
In tre anni bruciati quasi 1.800 € pro capite
Non si arresta la corsa dei prezzi - Camera di Commercio di Trento

TRENTO, 22 luglio 2022 -  Non si arresta la corsa dei prezzi: i costi prodotti dalla fiammata inflazionistica che non sembra arrestarsi si misurano ormai in termini di migliaia di Euro. In tre anni i portafogli degli italiani si sono "alleggeriti" in media di 1.756 Euro che equivalgono ad un calo del 9,1% del reddito pro-capite. Tra giugno 2019 e giugno 2022, la diminuzione maggiore in valore assoluto ha  interessato soprattutto il Nord-Est (-2.104 euro). Ma in termini relativi l’inflazione ha picchiato duro in particolare al Mezzogiorno (-10%). Mentre a livello regionale il caro vita ha morso di più nel Trentino-Alto Adige, con una perdita del potere di acquisto di 2.962 euro (-12,3%). È quanto evidenzia un’analisi del Centro Studi Tagliacarne sull’impatto dell’indice Istat dei prezzi al consumo sul reddito degli italiani nell’ultimo triennio.

La fiammata dei prezzi ha reso più leggeri i portafogli degli italiani che hanno perso 1.756 euro a testa in tre anni (-9,1%). Tra giugno 2019 e giugno 2022, il reddito pro-capite è diminuito in valore assoluto soprattutto nel Nord est -2.104 euro. Ma in termini relativi l’inflazione ha picchiato duro principalmente al Mezzogiorno -10%. Mentre a livello regionale il caro vita ha morso di più nel Trentino-Alto Adige, con una perdita del potere di acquisto di 2.962 euro (-12,3%).

Più nel dettaglio dopo il Trentino-Alto Adige, le perdite nelle tasche degli italiani registrano valori superiori ai 2 mila euro in Emilia-Romagna (-2.136 euro), Friuli-Venezia Giulia (-2.049) e in Lombardia (-2.021). Sul fronte opposto valori più bassi inferiori ai 1.400 euro si rilevano in Calabria (-1.334), Campania (-1.303), Basilicata (-1.295) e Molise (-1.287).

Tuttavia, è in particolare nel Mezzogiorno che il tasso d’inflazione sul reddito pro-capite disponibile incide in maniera più generalizzata. Ben 6 delle 10 regioni che registrano cali percentuali maggiori della media nazionale sono, infatti, del Sud dove a pesare sono soprattutto le spinte inflattive su prezzi di casa, energia e alimentari.

Per ulteriori informazioni si veda il comunicato stampa in allegato

Allegati: 
File Comunicato stampa
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